Mancano meno di 4.000 miglia all’arrivo a Les Sables e l’allungo di Gabart sembra essere decisivo, almeno fino al passaggio dell’equatore, con tutte le incertezze del caso tra i doldrums.
Più indietro, Alex Thomson ha ceduto di nuovo la terza piazza a Dick ma i due restano molto separati con Thomson che potrebbe godere nei prossimi giorni di una posizione più favorevole per la risalita. Alessandro Di Benedetto continua la sua regata a quasi 4.500 miglia di distacco dal leader ed ha nel mirino Capo Horn che dovrebbe raggiungere in circa 4 giorni.
C’è qualche problema a bordo di Team Plastique. Di Benedetto ha lamentato la rottura della puleggia o del perno della puleggia della drizza di testa del gennaker grande. La vela è caduta in acqua rimanendo attaccata per la mura e per la scotta avvolgendo il timone di sotto vento e rompendo le sue ritenute, per cui la pala del timone si è alzata. Alessandro ha strambato, ammainato la randa, posizionato l’altro timone e con vari paranchi e l’utilizzo di un winch é riuscito a togliere tensione alla mura del gennaker aprendola recuperando poi il gennaker in bandiera da poppa. Alessandro ha poi issato la randa e ripreso la navigazione con randa e solent, in quanto il gennaker è danneggiato, e per il momento è senza drizze 7/8 per gennaker piccolo o spy piccolo.
Oltre a questo, Alessandro ha dovuto fare i conti anche con altri piccoli inconvenienti, per la sostituzione e fissaggio della ritenuta del timone, e l’allarme uomo a mare che suonava forse per le pile scariche del telecomando, comunque problemi risolti. Tutto questo è accaduto di notte e la fatica è stata totale…