Dopo aver passato la porta di Crozet domenica a mezzogiorno, Alessandro, tredicesimo in classifica, si prepara ad attraversare un passaggio difficile.
Non lontano dalle isole Kerguelen, a più di 4000 miglia dal leader, François Gabart, si fa raggiungere da una zona anticiclonica che rende più complicato il suo avanzamento per le prossime ore. Comunque non importa, l’italiano ha il morale alto e continua a condividere il suo piacere di essere in mare.
Vento debole e mare calmo
“C’è un po’ di calma, l’anticiclone mi sta raggiungendo, ho circa tra 6 e 11 nodi di vento. Sono a meno di 500 miglia delle isole Kerguelen e il mio obiettivo è la porta di Amsterdam. All’ esterno fa circa 11° e all’ interno 16°, vado di bolina stretta con solent e randa. Il mare è calmo, con onde di 1 metro. Per il momento, trascorro la giornata sulla barca senza muta”.
Contento di essere ancora qui
“Non mi lamento della classifica, sono molto contento della situazione, siamo ancora qui! La barca è in buono stato, ho delle piccole preoccupazioni per le vele, dei perni si sono rotti ed ho rimesso a posto dei fusibili della pala di un timone. Ma, tutto sommato, niente rotture sulla struttura della barca. Mi resta ancora molta strada da fare, ma bisogna considerare che la barca ha 14 anni, è la sola con la chiglia fissa, ha l’albero più piccolo della flotta e è anche una delle più strette. Non meno del 25% di velocità in meno di una barca recente. C’è un altra cosa importante per me, il pubblico, i dipendenti di Team Plastique e dei partners mi sono veramente vicini e questo mi commuove e mi dà energia”.
Cibo fresco
“Ho ancora del cibo fresco, mi preparerò un’insalata fresca, ho dei pomodori, delle cipolle e degli scalogni. Cucinerò anche un minestrone. Sono contento di avere ancora del cibo fresco e di poter variare la mia alimentazione. Ci sono dei pesci volanti che arrivano sulla barca e delle caravelle portoghesi.”
Bilancio a 40 giorni
“Sono contento di essere dove sono, delle mie condizioni e di quelle della barca dopo 40 giorni di navigazione. La Vendée Globe è una regata di resistenza e la cosa più importante è finirla. Ho sempre avuto questo pensiero in testa fin dall’inizio, anche prima dell’acquisto della barca e continuo a fare il possibile per completare questo giro del mondo. Non mi sento ultimo ma tredicesimo, perché eravamo 20 alla partenza. Quando c’è del buon vento, arrivo a tenere delle medie di 16/18 nodi per ore, con punte massime di velocità a 30 nodi e ciò mostra che non sono qui in crociera”.