© Matthew Pryor – Vendeeglobe.org:
Alessandro Di Benedetto – Team Plastique – ha concretizzato uno straordinario recupero con la barca più vecchia della flotta. Doveva essere qui solo per l’avventura, ha imbarcato cibo per 130 giorni di navigazione e ha una coltivazione di insalata sul ponte… ma mai sottovalutare un uomo che ha navigato in tutto il mondo in un mini – la barca di 21 piedi, non la macchina, cosa che rende il tutto solo marginalmente meno incredibile.
Siciliano da parte di padre, la madre francese, il quarantunenne Alessandro Di Benedetto (Team Plastique), detiene molti record incredibili di resistenza, ma gli ultimi giorni hanno dimostrato che non è nemmeno lento.
Pur navigando su un’imbarcazione di 14 anni fa, la più vecchia della flotta nonchè l’unica con una chiglia fissa – cosa che lo fa andare più tranquillo in una flotta di “macchine” volanti – ha macinato ai leader 300 miglia in tre giorni e quasi 500 miglia su Arnaud Bossières (Akena Verandas).
In una gara selettiva, con sei barche su 20 già out e i Doldrums (Pot Au Noir) che hanno colpito duramente almeno metà della flotta,la presenza di Di Benedetto sta cominciando a sembrare più di una semplice avventura.
Lui è ancora dietro alle spalle della flotta, ma è ora di nuovo in contatto.
I suoi video sono particolari: giardinaggio, rettifica nei pantaloni al largo delle isole di Capo Verde… ma ancora una volta questa mattina ha concretizzato la media migliore sulle 24h con 320 miglia a una media di 13,3 nodi. Se riuscisse a passare i Doldrums bene, ad esempio come Javier Sanso (Acciona 100% EcoPowered) e Tanguy de Lamotte, allora potrà andare davvero all’incasso di tutto questo guadagno.
Nel 2002 Di Benedetto ha attraversato l’Atlantico su un catamarano da spiaggia da 20 piedi, nel 2006, ha attraversato il Pacifico da Yokohama a San Francisco, di nuovo su un catamarano da spiaggia e nel 2009-2010 ha completato un epico 268 giorni di viaggio non-stop in solitario in Hakuna Matata, la più piccola barca – solo 21ft (6.5m) – di sempre a circumnavigare il globo. Tutto non-stop, solo e senza assistenza.
A un certo punto della circumnavigazione ha gravemente danneggiato la sua attrezzatura in una tempesta e sembrava che avrebbe dovuto dirigersi in Cile, invece ha stupito tutti con una sistemazione provvisoria dell’albero e ha doppiato Capo Horn.
Durante il viaggio del Pacifico di 68 giorni – un record – ha trascorso 62 di loro in una tuta di sopravvivenza.
In confronto sembra che questa volta per lui sia quasi solo una vacanza, ma non bisogna farsi trarre in inganno, sta pur sempre spingendo il suo Imoca 60 praticamente al massimo di quello che può andare.
Adesso, verso venerdi sera sarà in pieno Pot Au Noir e sembra che sia possibile mantenere una decente andatura anche dove tanti altri hanno vacillato.