Frattaruolo sulla conclusione della Vendèe Globe

Sono passati novantadue giorni dalla partenza di questo Vendèe Globe.

I campioni, quelli con grandi risorse, con l’obiettivo dei primi posti sono arrivati da qualche giorno. La settimana scorsa abbiamo celebrato Francois Gabart, l’enfant prodige della vela oceanica.

Questa volta voglio parlare dei campioni, i Leonida, che hanno deciso di competere pur essendo consapevoli che non potevano mirare alla vittoria ma hanno deciso di combattere.

Non è un segreto che ho una particolare predilezione per questo approccio alle regate e alla vita.

Da poche ore è arrivato Bertrand de Broc, uno dei migliori marinai al mondo.

Burbero, a volte scontroso con i media, ma dotato di un grande cuore e per questo amato dal pubblico, al punto che, in assenza di uno sponsor principale, Bertrand è riuscito a partecipare grazie al sostegno di centinaia di fans che in cambio di una modica cifra hanno apposto il proprio nome sulla barca. Da qui il nome della barca “Votre Nom Autour du Monde” (un’operazione simile ai miei messaggi in bottiglia della Transat 6.50 del 2011).

Vi ricorderete Bertrand il giorno della partenza vittima di un incidente che ha causato un importante danno allo scafo. Senza perdersi d’animo è rientrato in porto, ha riparato il danno ed è ripartito più cattivo che mai. Sempre il signor De Broc durante il VG del 92, in pieno Oceano Indiano, in solitario, si è ricucito allo specchio la lingua con diversi punti… Altro che Rambo.

In mare restano altri due “Leonida”, entrambi con un legame profondo all’Italia. 

Alessandro di Benedetto, lo conosciamo, unico italiano partecipante, marinaio e avventuriero.

Nel 2011, dopo nove mesi consecutivi in mare, portò a termine il giro del mondo in solitario senza scalo, su una imbarcazione grande come la vostra auto (allestita in Adriatico). Unico che ci sia mai riuscito, spostando di molto in avanti i limiti dell’essere umano. Ora, con il sostegno di uno sponsor francese e di alcuni partner, tra cui Armare, è riuscito a partire per il VG, correndo una fantastica regata.

L’altro è Tanguy De Lamotte.

Tanguy è uno skipper eccezionale, dotato di un enorme talento. è una specie di maestro jedi della vela: tra i tanti velisti che allena per mestiere, ne seleziona alcuni, talentuosi che alleva come discepoli. sognava il VG da molto tempo, ma anche questa volta sembrava che non potesse farcela, poi all’improvviso serpeggia, informalmente, la buona notizia: Tanguy ha venduto il suo 40 e uno sponsor, seppur modesto, lo supporta per il VG. Si parte!

Ma cosa lega Tanguy all’Italia?  la sua barca “Initiatives-Coeur”, dieci anni or sono si chiamava “Tiscali”. Lo Skipper di Tiscali era Simone Bianchetti, probabilmente il più talentuoso skipper oceanico italiano, prematuramente scomparso nel 2003.

Onore ai vincitori, perchè concludere un VG non significa prevalere in una battaglia ma vincere una guerra.

Credits: fivestudio.it